Presidi o non presidi? Il concorso del 2004 continua a far discutere

2004. Un anno particolare per il mondo scuola, segnato da una serie di episodi imbarazzanti che ad oggi non sono stati risolti o, per dire meglio, continuano ad essere ignorati e in un certo modo accettati.

Al centro del ciclone un concorso ordinario pubblicato nel 2004 per il reclutamento di dirigenti scolastici nella Regione Sicilia. I candidati nel 2006 si presentano numerosi ma il primo problema si mostra nella commissione esaminatrice. Infatti essa si compone di due sottocommissioni con due membri ciascuna ma con un unico presidente.

L’impossibilità di quest’ultimo ad essere presente contemporaneamente  nelle due sottocommissioni ha permesso ad alcuni candidati bocciati di rivolgersi al TAR Sicilia per avere una seconda possibilità. Il TAR accetta il ricorso ma i candidati non superano la prova per la seconda volta.

I ricorrenti non si arrendono e, facendo leva su altre motivazioni, chiedono l’annullamento delle prove. Il TAR in questo caso si oppone e dichiara la validità del concorso.

La storia potrebbe finire qui ma i candidati respinti invece hanno continuato la loro battaglia, affidando le loro speranze al Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia. A dispetto di ogni aspettativa, quest’ultimo accoglie il ricorso e, dopo aver imposto la creazione di una nuova sottocommissione, infine decide per l’annullamento del concorso per i ricorrenti e tutti gli altri partecipanti.

La vicenda però non si conclude, questo a causa del decreto legge “salva precari”, al cui interno è presente l’emendamento “salva presidi”. Esso annulla di fatto il pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia.

L’allora Presidente della Repubblica Napolitano decide di promulgare la legge ma fa presente i suoi dubbi in merito proprio alla sanatoria per i presidi.

Questo spinge l’esecutivo a fare un passo indietro e a preparare un decreto legge che esclude dalla sanatoria i dirigenti scolastici siciliani.

Da qui un tira e molla tra 426 presidi siciliani, i sindacati e il Governo. Non si trova soluzione ma nel frattempo i dirigenti scolastici di fatto “non più presidi”, continuano a ricoprire il loro ruolo. La loro posizione si è consolidata con il Governo Renzi e la legge 13 luglio 2015, n. 107.

Una vicenda nebulosa che probabilmente continuerà ad esserlo per gli anni avvenire. In gioco vi sono tanti interessi e tante questioni, ma il fatto resta: 426 presidi che non sono tali continuano a dirigere le scuole della Sicilia.

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